Advertisement

Covid, la pianista Celletti: "La musica? Il mio mare in lockdown"

"Quello che mi manca di più? I concerti, il rapporto con il pubblico". La pianista romana Alessandra Celletti, sorridendo sotto la mascherina, commenta così l'ipotesi di una riapertura delle sale concerto dal 27 marzo in zona gialla. "Spero che si realizzi. Non vedo l'ora di poter suonare dal vivo 'Love Animals', uscito proprio all'inizio del primo lockdown. In caso contrario non perderò la fiducia e continuerò a suonare con la finestra aperta e a cantare per il mio gatto Kuchuk". Con le sue note interpreta un desiderio collettivo in tempi di Covid, quello di superare questo periodo e conquistare "la nostra zona blu che è mare, libertà".

Dall'altra parte del mondo il giornalista del 'New York Times', vincitore di un premio Pulitzer Ian Urbina ha scelto musicisti dall'Estonia all'Africa, dall'Australia al Giappone per raccontare le sue mille avventure a bordo di pescherecci, navi della guardia costiera e vascelli di gruppi ambientalisti. E in Italia ha scelto proprio lei, Alessandra Celletti. "Mi ha contattato il 5 marzo per il progetto 'Heroes', che si può ascoltare su Spotify e su tutte le piattaforme digitali – racconta la pianista romana all'Adnkronos -. Un messaggio inaspettato, che mi ha sorpreso. Durante i giorni del lockdown è stato questo il mio lavoro. Realizzare nuove composizioni e fonderle con il suono stesso delle onde, il rumore dei ferri delle navi, le voci dei pescatori e dello stesso Urbina. A questi suoni, spesso stridenti, fa da contrappunto la voce del soprano Rosaria Perini nel brano '333 Whales'".

"Per realizzare questo progetto ho lavorato insieme ad Alberto Tre il cui ruolo è stato fondamentale per poter dare voce a 360 gradi a questo mondo così complesso e a questa doppia realtà che l'Oceano può rappresentare: quella di una libertà assoluta e quella di una terribile prigione".

Nel suo libro 'Oceani fuorilegge' Urbina racconta storie di trafficanti e contrabbandieri, schiavi e clandestini, ma anche di ecologisti, di medici, di volontari. "Il Covid ha reso tutto più difficile a livello internazionale – dice il giornalista all'Adnkronos – cerco sempre di scrivere dalle navi, dal mare e non da terra per rendere tutto più vero, ma le misure anti-Coronavirus hanno reso tutto più lento. Dopo ogni viaggio, devo vivere due settimane in albergo per cui una trasferta di quattro settimane ne richiede sei. D'altra parte anche i musicisti sono in una situazione simile, bloccati a casa per mesi senza reddito, concerti e tour. Questo ha reso, però, il nostro incontro e il lavoro con 'Heroes' più semplice".